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La luce 'spegne' il prurito nei topi, al via i test sull'uomo

Medicina Interna Redazione DottNet | 18/12/2018 15:00

Studio Embl-Telethon, le cellule specializzate si 'ritraggono'

La luce potrebbe essere efficace nel diminuire il prurito 'spegnendo' le cellule nervose che causano la sensazione. Lo ha dimostrato, per ora solo su modelli animali, uno studio dell'Embl di Roma finanziato dalla Fondazione Telethon pubblicato su Nature Biomedical Engineering. Le cellule nervose specializzate nel sentire il prurito sono localizzate nella parte superiore della pelle, appena sotto la superfice. Linda Nocchi, Paul Heppenstal e i colleghi all'Embl hanno sviluppato una sostanza chimica sensibile alla luce che si lega specificamente solo a quelle cellule. Iniettando la sostanza nella pelle dei topi e poi illuminandola con luce infrarossa, le cellule che percepiscono il prurito si ritraggono dalla superficie, bloccando la sensazione di prurito e permettendo alla pelle di guarire.

Il metodo funziona bene nei topi con l'eczema (dermatite atopica) e con una malattia rara della pelle chiamata amiloidosi (FPLCA: amiloidosi cutanea familiare primaria), per la quale al momento non esiste cura.  "La parte più emozionante di questo progetto per me è stato vedere il miglioramento di salute degli animali - spiega Linda Nocchi, autore della pubblicazione - La pelle era più sana dopo il trattamento e si grattavano di meno. La nostra speranza è che un giorno questo metodo possa aiutare esseri umani che soffrono di malattie che causano prurito cronico, come l'eczema". La speranza, spiegano gli esperti, deriva dal fatto che topi e esseri umani hanno la stessa molecola bersaglio per la terapia del prurito, una piccola proteina chiamata Interleuchina 31 (IL-31). Il prossimo passo per il team sarà testare l'efficacia della terapia con luce infrarossa nei tessuti umani. 

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fonte: Nature Biomedical Engineering

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